IL TEATRO NON SI PUO' INSEGNARE

PISTOIA, settembre /ottobre 2017

 

Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare, Il teatro non si può insegnare,  

ma si può imparare.

 

Ho sempre questa sensazione al cospetto dei Maestri. Ho sempre questa sensazione di fronte ad allievi attori.

 

Sono stato chiamato da Federico Tiezzi per una fase di lavoro all’interno del Laboratorio Toscana ….

 

Rispondere a un invito per un progetto di formazione così strutturato vuol dire sapere di avere a che fare con la chiarezza di intenzione, che è quella che si spera ogni volta ci si trova di fronte a un gruppo di lavoro.

 

Porto con me dei fondamentali e ogni volta cerco di metterli a misura del patto necessario. 

 

Mi è stato chiesto di lavorare su testi di Plauto, tenendo come opzione principale Anfitrione. 

 

La destinazione sarebbe stata uno spettacolo-laboratorio-in-forma-di-esercizi che mettesse in evidenza il percorso per gli attori.

 

PLAY PLAUTO, il titolo. 

 

Destinazione, ma anche condizione e aspirazione.

 

Plauto, particolarmente Anfitrione, ma non la trama davvero, non il meccanismo di scambio, ma lo spirito da commedia, con tutte le sue altezze o bassezze tradotte per il teatro.

Abbiamo lavorato ad alcune scene, dimenticandole il prima possibile, rimandando una possibilità di narrazione, cercando di stare invece nello spirito del gioco.

 

Federico Tiezzi mi ha chiesto di lavorare con le parti originali in latino e ho trovato entusiasmante, nel suo esotismo, avere a che fare con la pericolosità di non aggrapparsi all’evidenza di senso del dire, non poter rifugiarsi nelle parole, ma stare lì, scoperti, di fronte al verosimile.

Il teatro, oltre che linguaggio, è lingua e può permettersi di fingersi in altre lingue, dialetti, suoni, anche incomprensibili.

 

Quanto “sembra”, in teatro, credo sia sempre più interessante di quello che “è o non è”. La misura del sembrare, della sensazione, è dove si gioca la questione.

Il teatro è un invito, continuamente, all’indefinizione. Un invito all’immaginazione.

 

All’interno di un percorso laboratoriale, tutto il materiale prodotto è il mezzo, non il fine.

Intercettare percorsi, vuol dire anche essere intercettati, mettersi nella disponibilità della discussione.

Mettersi in discussione ogni volta che si spiega quanto conquistato o almeno quanto in questa sensazione.

In un lavoro come questo, basato sul principio teatrale di ascolto e relazione, l’appuntamento comune che abbiamo cercato di tenere in vista è stato Plauto come occasione. 

Occasione per il Teatro, per il suo tentativo. Giocare a Plauto, farlo seriamente, nella possibile moltiplicazione del potenziale.

Abbiamo lavorato intorno al concetto di doppio, del simile, del quasi uguale, o anche uguale ma diverso.

Abbiamo costruito un percorso dinamico che guardasse al ritmo di vuoto e pieno e che ci permettesse di evolvere il gioco dall'interno.

Produrre materiale da mettere a disposizione dell’evidenza e che permettesse riflessioni in ogni suo particolare.

 

Ci tengo molto a spiegare passo passo quello che penso e a sollecitare considerazioni. 

È questo il laboratorio: mettersi nella consapevolezza, tenersi in relazione critica e costruttiva.

Avviso sempre che cercherò di essere esatto nelle definizioni, o almeno il più possibile.

Ho frasi ricavate da tutto il tempo del mio lavoro, tentativi, da tutti i tempi del pensiero. 

 

"Non disturbare lo spettacolo”, questa è sempre la mia prima richiesta, la più importante. 

Se si capisce l’occasione in tutte le sue sfumature, se ci mette nella disponibilità  può diventare più facile decidere le decisioni continue che bisogna prendere quando si è in scena.

 

Ho lavorato con un gruppo affiatato e capace. Uso delle parole esatte. Un gruppo composto di singoli scenicamente molto diversi, ma con quella qualità di disponibilità che diventa bene comune.

Ho visto ognuno di questi ragazzi accompagnare quello in scena anche dalle quinte, dalla parte di palco sospeso, dalla parte della propria parte tenuta con la cura di quando ognuno sul palco fa finta veramente.

Il lavoro insieme è stato nel privilegio di questa sincerità, nel fare la verità.

Vorrei imparare questo ogni volta che mi rendo conto che non si può insegnare.

Grazie.

 

 

Roberto Latini