"Ho cercato di non trattenere le parole, per poterle dire, di andarle poi a cercare in giro per il corpo, di averle lì nei pressi, addosso, intorno; ho provato a camminarci accanto, a prendergli la mano, ho chiuso gli occhi e, senza peso, a dormirci insieme."
"Siamo Fortebraccio, figlio, straniero, estraneo e sopravvissuto e arrivando in scena quando il resto è silenzio, domandiamo: “Where is this sight?”
"Voglio provare l’occasione di non mettere in scena quei Miti, ma "tradurre", nell'etimologia comune di tradire e tradizione, ciò che alcuni Miti sembrano custodire per il contemporaneo."
"Le parole, le parole, le parole! sono queste il personaggio che ho scelto. Se i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo, per andare appena oltre, per provarci almeno, devo muovere proprio da quelli."
"Mentre ci si affannava ad accompagnare il Teatro alla vita e ricomporre tutte le sfumature dei velluti del Teatro intanto borghese, Jarry è riuscito a ricondurci al Teatro, a riconvocarci, proponendo delle figure e una modalità di relazione tra testo e scena assolutamente contemporanei. "
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